Skip to content Skip to footer

La Famiglia – 2. Madre

UDIENZA GENERALE

– Aula Paolo VI –  
Mercoledì, 7 gennaio 2015

[Multimedia]


 

aula Paolo VICari fratelli e sorelle, buongiorno. Oggi continuiamo con le catechesi sulla Chiesa e faremo una riflessione sulla Chiesa madre. La Chiesa è madre. La nostra Santa madre Chiesa.

In questi giorni la liturgia della Chiesa ha posto dinanzi ai nostri occhi l’icona della Vergine Maria Madre di Dio. Il primo giorno dell’anno è la festa della Madre di Dio, a cui segue l’Epifania, con il ricordo della visita dei Magi. Scrive l’evangelista Matteo: «Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono» (Mt 2,11). E’ la Madre che, dopo averlo generato, presenta il Figlio al mondo. Lei ci dà Gesù, lei ci mostra Gesù, lei ci fa vedere Gesù.

Continuiamo con le catechesi sulla famiglia e nella famiglia c’è la madre. Ogni persona umana deve la vita a una madre, e quasi sempre deve a lei molto della propria esistenza successiva, della formazione umana e spirituale. La madre, però, pur essendo molto esaltata dal punto di vista simbolico, – tante poesie, tante cose belle che si dicono poeticamente della madre – viene poco ascoltata e poco aiutata nella vita quotidiana, poco considerata nel suo ruolo centrale nella società. Anzi, spesso si approfitta della disponibilità delle madri a sacrificarsi per i figli per “risparmiare” sulle spese sociali.

Accade che anche nella comunità cristiana la madre non sia sempre tenuta nel giusto conto, che sia poco ascoltata. Eppure al centro della vita della Chiesa c’è la Madre di Gesù. Forse le madri, pronte a tanti sacrifici per i propri figli, e non di rado anche per quelli altrui, dovrebbero trovare più ascolto. Bisognerebbe comprendere di più la loro lotta quotidiana per essere efficienti al lavoro e attente e affettuose in famiglia; bisognerebbe capire meglio a che cosa esse aspirano per esprimere i frutti migliori e autentici della loro emancipazione. Una madre con i figli ha sempre problemi, sempre lavoro. Io ricordo a casa, eravamo cinque figli e mentre uno ne faceva una, l’altro pensava di farne un’altra, e la povera mamma andava da una parte all’altra, ma era felice. Ci ha dato tanto.

Le madri sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico. “Individuo” vuol dire “che non si può dividere”. Le madri invece si “dividono”, a partire da quando ospitano un figlio per darlo al mondo e farlo crescere. Sono esse, le madri, a odiare maggiormente la guerra, che uccide i loro figli. Tante volte ho pensato a quelle mamme quando hanno ricevuto la lettera: “Le dico che suo figlio è caduto in difesa della patria…”. Povere donne! Come soffre una madre! Sono esse a testimoniare la bellezza della vita. L’arcivescovo Oscar Arnulfo Romero diceva che le mamme vivono un “martirio materno”. Nell’omelia per il funerale di un prete assassinato dagli squadroni della morte, egli disse, riecheggiando il Concilio Vaticano II: «Tutti dobbiamo essere disposti a morire per la nostra fede, anche se il Signore non ci concede questo onore… Dare la vita non significa solo essere uccisi; dare la vita, avere spirito di martirio, è dare nel dovere, nel silenzio, nella preghiera, nel compimento onesto del dovere; in quel silenzio della vita quotidiana; dare la vita a poco a poco? Sì, come la dà una madre, che senza timore, con la semplicità del martirio materno, concepisce nel suo seno un figlio, lo dà alla luce, lo allatta, lo fa crescere e accudisce con affetto. E’ dare la vita. E’ martirio». Fino a qui la citazione. Sì, essere madre non significa solo mettere al mondo un figlio, ma è anche una scelta di vita. Cosa sceglie una madre, qual è la scelta di vita di una madre? La scelta di vita di una madre è la scelta di dare la vita. E questo è grande, questo è bello.

Una società senza madri sarebbe una società disumana, perché le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momenti peggiori, la tenerezza, la dedizione, la forza morale. Le madri trasmettono spesso anche il senso più profondo della pratica religiosa: nelle prime preghiere, nei primi gesti di devozione che un bambino impara, è inscritto il valore della fede nella vita di un essere umano. E’ un messaggio che le madri credenti sanno trasmettere senza tante spiegazioni: queste arriveranno dopo, ma il germe della fede sta in quei primi, preziosissimi momenti. Senza le madri, non solo non ci sarebbero nuovi fedeli, ma la fede perderebbe buona parte del suo calore semplice e profondo. E la Chiesa è madre, con tutto questo, è nostra madre! Noi non siamo orfani, abbiamo una madre! La Madonna, la madre Chiesa, e la nostra mamma. Non siamo orfani, siamo figli della Chiesa, siamo figli della Madonna, e siamo figli delle nostre madri.

Carissime mamme, grazie, grazie per ciò che siete nella famiglia e per ciò che date alla Chiesa e al mondo. E a te, amata Chiesa, grazie, grazie per essere madre. E a te, Maria, madre di Dio, grazie per farci vedere Gesù. E grazie a tutte le mamme qui presenti: le salutiamo con un applauso!


Je salue cordialement les pèlerins francophones, en particulier la délégation d’imams français engagés dans les relations islamo-chrétiennes, ainsi que le groupe venant de divers médias français. En ce temps de Noël, je souhaite à tous de poursuivre avec courage votre engagement au service de la paix, de la fraternité et de la vérité.
Que Dieu vous bénisse.

[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare la delegazione degli “imam” francesi impegnata nelle relazioni cristiano-musulmane, come pure il gruppo proveniente da diversi mass-media francesi. In questo tempo di Natale, auguro a tutti di proseguire con coraggio il vostro impegno al servizio della pace, della fraternità e della verità. Che Dio vi benedica.]

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, including the various groups from Ireland, Finland, Indonesia, Australia and the United States of America. In the joy of this Christmas season, I invoke upon you and your families grace and peace in the Lord Jesus, Son of God and Son of Mary, our Mother. God bless you all!

[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Irlanda, Finlandia, Indonesia, Australia e Stati Uniti d’America. Ringrazio il coro per la sua lode a Dio attraverso il canto. Nella gioia di questo tempo natalizio, invoco su voi e sulle vostre famiglie la grazia e la pace del Signore Gesù, figlio di Dio e figlio di Maria, nostra Madre. Dio vi benedica!]

Mit Freude heiße ich die Gläubigen deutscher Sprache willkommen, die zu dieser Audienz gekommen sind. Besonders grüße ich die Gruppe des Internationalen Auschwitz-Komitees und die Jugendmannschaften des FC Südtirol. Danken wir den Müttern für alles, was sie in der Familie tun und was sie der Kirche und der Welt schenken. Ich wünsche euch allen einen guten Aufenthalt in Rom. Gott segne euch.

[Sono lieto di accogliere i fedeli di lingua tedesca presenti a quest’Udienza. In particolare saluto il gruppo del Comitato internazionale di Auschwitz e le squadre giovanili del FC Südtirol. Ringraziamo le madri per ciò che sono nella famiglia e per ciò che danno alla Chiesa e al mondo. A tutti voi auguro un buon soggiorno a Roma. Dio vi benedica.]

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, México, Argentina y otros países. Encomendamos a la Santísima Virgen María a todas las madres, agradeciéndoles lo que son y lo que ofrecen a la familia y la Iglesia. Dios os bendiga.

Amados peregrinos de língua portuguesa, agradecido pelos votos e preces dirigidas a Deus por mim durante as festividades do Natal, de todo o coração desejo a todos um feliz Ano Novo, pedindo a Nossa Senhora, Mãe de Deus e da Igreja, que seja a estrela que protege a vida das vossas famílias. Que Deus vos abençoe!

[Cari pellegrini di lingua portoghese, riconoscente per gli auguri e per le preghiere a Dio rivolte per me durante queste festività di Natale, vi auguro di tutto cuore un Buon Anno, chiedendo alla Vergine Maria, Madre di Dio e della Chiesa, che sia la stella che protegge la vita delle vostre famiglie. Dio vi benedica.]

أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربية، وخاصةً بالقادمينَ منالشرق الأوسط. أيُّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاءُ، لنُصغِ إلى أمّهاتِنا! فالأمُّ تعرفُ على الدوامِ ما هو الضروريُّ والمهمُّ لكي يسيرَ ابنَها في الدربِ الصحيحِ وهي مستعدّةٌ دائمًا لبذلِ حياتِها في سبيلِ أبنائها! ليبارككُم الربُّ ويحفظُ أمهاتِكُم!

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, ascoltiamo le nostre mamme! Una mamma sa sempre che cosa è importante perché un figlio cammini bene nella vita ed è sempre pronta a sacrificare la vita per i propri figli! Il Signore vi benedica e custodisca le vostre madri!]

Pozdrawiam serdecznie polskich pielgrzymów, a zwłaszcza delegację ocalonych przed 70 laty więźniów obozu koncentracyjnego Auschwitz.
Drodzy pielgrzymi, w tym bożonarodzeniowym okresie, wpatrując się w postać Maryi, Bożej Rodzicielki, chcę zwrócić się do wszystkich matek: Kochane mamy, dziękuję, dziękuję za to, czym jesteście w rodzinie i za to, co dajecie Kościołowi i światu. Boże błogosławieństwo niech wam zawsze towarzyszy. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi e, in particolare, la delegazione dei superstiti del campo di concentramento di Auschwitz, liberati settant’anni fa.
Cari fedeli, in questo periodo natalizio, guardando Maria, Madre di Dio, voglio rivolgermi a tutte le madri: carissime mamme, grazie, grazie, per ciò che siete nella famiglia e per ciò che date alla Chiesa e al mondo. La benedizione di Dio vi accompagni sempre. Sia lodato Gesù Cristo!]

* * *

Prima di tutto vorrei ringraziare le persone del circo che sono venute qui. Uno pensa: “Andiamo al circo, ci divertiamo un po’…”. Sì, quello è vero, il circo è uno spettacolo e passiamo un buon tempo lì. Vediamo anche uomini e donne che fanno cose strane, che sono bravi nell’equilibrio: sì, questo è vero, lo abbiamo visto. Eccoli lì, salutiamoli tutti! Ma ci insegna anche una cosa in più. La gente che fa lo spettacolo nel circo crea bellezza, sono creatori di bellezza. E questo fa bene all’anima. Quanto bisogno noi abbiamo di bellezza! E’ vero, la nostra vita è molto pratica, fare le cose, portare avanti il lavoro, questo si deve fare: il fare, il linguaggio delle mani, il fare. Ma la nostra vita è anche il pensare, la ragione. E quello è importante perché noi siamo animali che pensano; no che pensano come animali! Noi siamo animali che pensano. Il pensare, il linguaggio della mente, è importante. Siamo anche persone che amano, che hanno questa capacità di amare: il linguaggio del cuore. C’è il linguaggio della mente, pensare; il linguaggio del cuore, amare; il linguaggio delle mani, fare. E tutti questi tre linguaggi si uniscono per fare l’armonia della persona. E lì è la bellezza; e queste persone che oggi hanno fatto questo spettacolo, sono creatori di armonia, creatori di bellezza, che insegnano la strada superiore della bellezza. Dio certamente è vero, Dio certamente è buono, Dio è certamente sa fare le cose, ha creato il mondo, ma soprattutto Dio è bello! La bellezza di Dio. Tante volte noi ci dimentichiamo della bellezza!  L’umanità pensa, sente, fa, ma oggi ha tanto bisogno di bellezza. Non dimentichiamo questo e ringraziamo questa gente brava nel fare, brava nell’equilibrio, nello spettacolo, ma soprattutto brava nel fare bellezza. Grazie tante a tutti voi.

A tutti i pellegrini di lingua italiana presenti a questa prima Udienza Generale del 2015 porgo un cordiale augurio di speranza e di pace per il nuovo anno. Saluto le Sorelle Misericordiose e le Orsoline della Sacra Famiglia, qui convenute in occasione dei rispettivi Capitoli Generali, e le esorto a trasmettere con la testimonianza della loro vita la gioia della corrispondenza fedele alla divina chiamata. Saluto voi componenti del Golden Circus di Liana Orfei e vi incoraggio non solo ad essere portatori del sorriso e messaggeri di solidarietà fra i popoli e le nazioni, ma soprattutto creatori di bellezza, ne abbiamo bisogno!

Un pensiero speciale rivolgo ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Gli sposi novelli io li chiamo i coraggiosi perché oggi ci vuole coraggio per sposarsi! Sono bravi. Dopo la Solennità dell’Epifania, continuiamo anche noi a guardare quella stella che i Magi inseguirono. Cari giovani, siate testimoni entusiasti della luce di Cristo tra i vostri coetanei; cari malati, attingete a questa luce il coraggio nel dolore; e voi, cari sposi novelli, siate segno della presenza luminosa di Dio col vostro amore fedele.