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La difficile eredità di Giovanni Paolo II

Giovanni Paolo II(Franco Venturella) – Sarà la storia a definire i contorni della straordinaria figura di Giovanni Paolo II.
Nei giorni che hanno accompagnato la sua morte, abbiamo avuto la possibilità di ripercorre, assieme a lui, le vicende della nostra storia recente. Abbiamo potuto raccogliere, attraverso le varie testimonianze, uno spaccato ricco di risonanze interiori, di forti emozioni, che non ritroveremo nelle pagine dei libri, sentendoci anche noi parte di questa storia che ci appartiene.
Egli ci ha lasciato una pesante eredità: il sentiero che è stato tracciato deve ancora incrociare le strade ordinarie della vita, perché la testimonianza di amore al mondo diventi per la Chiesa esperienza di ogni giorno, condividendo le ansie e le speranze di ogni persona, abbattendo i muri di divisione, aprendosi al dialogo, impegnandosi a costruire una nuova convivenza umana: una Chiesa che sa camminare con i poveri, povera essa stessa di mezzi e di sicurezze, ma capace di affidarsi alla presenza imprevedibile e sorprendente dello Spirito, che continuamente la rigenera e la spinge verso il futuro.
Per trovare indicazioni di rotta, per avventurarsi, con l’aiuto di Cristo, nel vasto mare della complessità planetaria, è bene riandare alla Lettera apostolica Novo millennio ineunte , indirizzata dal Santo Padre al termine del Grande Giubileo del 2000: in essa egli ha tracciato le vie privilegiate per raccogliere le sfide della post-modernità senza ripiegamenti e paure, ma con coraggio e speranza, invitando tutti a prendere il largo. Duc in altum!
I compiti assegnati sono tanti: portare a compimento la primavera del Concilio, ripensare le forme di comunione, di corresponsabilità e di ministeralità nella Chiesa, dare maggiore spazio alla soggettività dei laici, mettersi in ascolto e comprendere il linguaggio delle nuove generazioni e i loro sogni, diventare compagni di viaggio di chi sperimenta la fatica dell’esistenza, offrendo ragioni di vita e di speranza a quanti vanno cercando un senso per cui valga la pena di vivere o morire. Cercare risposte inedite ai nuovi problemi della famiglia, approfondire la dimensione etica e il confronto con la cultura, la ricerca scientifica e tecnologica, perché ogni progresso sia posto al servizio della vita. Inoltre, dare slancio al cammino ecumenico, al dialogo interculturale e interreligioso come via per costruire la concordia e la pace. Scommettere sulla carità, esprimere con forza l’impegno per l’affermazione dei diritti umani, della dignità della persona, in tutte le stagioni della vita, della promozione dei deboli, ridisegnare il mondo e il sistema della relazioni a partire dai poveri, con i poveri. In questa società basata sul libero mercato, le regole dell’economia tendono ad espellere le fasce più deboli rendendole sempre più marginali ed estranee al processo della ridistribuzione del benessere e delle opportunità: Giovanni Paolo II continuerà a scomodare le nostre coscienze narcotizzate e indifferenti di fronte allo scandalo dei diritti negati, a partire da quelli fondamentali e a lavorare con impegno e responsabilità per un nuovo ordine mondiale fondato sulla giustizia, sulla pace, sulla salvaguardia del creato, sulla condivisione dei beni della terra, che Dio ha destinato all’intera famiglia umana e non solo ad alcuni privilegiati. La dottrina sociale della Chiesa può costituire una bussola per un impegno volto ad eliminare dalle fondamenta quelle “strutture di peccato” che impediscono la piena realizzazione di ogni persona. Si tratta di trovare strade nuove ed efficaci perché il processo inevitabile, complesso e ambivalente, dell’interdipendenza planetaria sviluppi le potenzialità positive, perché si possa realizzare la “globalizzazione della fraternità”, della solidarietà e dei diritti umani per tutti. In questa direzione occorre lavorare perché cresca una coscienza cristiana consapevole: bisogna progettare e sperimentare percorsi educativi che abilitino le persone a vivere l’impegno nella storia, con il vivo desiderio di rinnovare il mondo; far maturare una fede adulta che, dando senso alle scelte quotidiane, sappia testimoniare la presenza del Risorto lungo le strade del mondo.