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No all'odio e all'intolleranza sul web

 
L’ODIO CRESCE E DILAGA NEI SOCIAL. È IL MOMENTO DI CAPIRE MEGLIO E AGIRE BENE
 
Giuseppe Lumia: L’odio continua ad espandersi. Sì, è proprio così! Sta prendendo il sopravvento nelle quotidiane relazioni umane, nei luoghi di lavoro, nei rapporti di vicinato, nella politica, persino tra amici e nelle stesse famiglie.
La situazione è abbastanza seria. I social poi stanno dilatando ancor di più l’odio verso quelle che si ritengono diversità.
Ci sono due Report che mi hanno impressionato. Uno è di Amnesty International che si batte da anni e anni per la tutela globale dei diritti umani. L’altro è di Vox-Osservatorio sui Diritti, che con un gruppo di qualificate Università ha portato avanti una ricerca accurata.
Cosa è emerso? I dati sono purtroppo agghiaccianti.
Nel Report 2021 di Amnesty International sono stati monitorati 17.400 commenti su Facebook e 14.541 su Twitter con questi risultati sulle offese a carattere discriminatorio o di odio:
-il 27 per cento si scaglia contro le donne in genere;
-il 25 per cento insulta la Comunità Lgbt;
-il 42 per cento se la prende contro gli immigrati;
-il 47 per cento attacca a testa bassa i Rom;
-il 55 per cento è molto aggressivo anche contro le minoranze religiose;
-il 7 per cento dà addosso pure ai disabili.
Nell’altro Report di Vox-Osservatorio e delle Università Statale di Milano, di Bari e La Sapienza di Roma viene confermato un quadro sconfortante:
– 1 tweet ogni due minuti è contro le donne;
-1 tweet ogni quattro minuti è contro i musulmani;
– 1 tweet ogni cinque minuti è contro i disabili;
– 1 tweet ogni dieci minuti è contro gli ebrei;
– 1 tweet ogni 11 minuti è contro gli omosessuali;
– 1 tweet ogni 15 minuti è contro gli immigrati.
Insomma l’odio è diventato un serissimo problema. Ignorarlo non è più possibile. Far finta di niente è solo ipocrita.
Chiediamoci allora il perché di tanto odio:
– la società è oggi letteralmente sguarnita di fronte alle campagne di odio messe in circolo con astuzia e cinismo soprattutto nella rete per alimentare successi personali, commerciali, elettorali, per demonizzare e distruggere con fake news gli avversari e legittimare scelte discutibili;
– la profonda crisi economica e le gravi disuguaglianze di reddito, generazionali, di genere, territoriali generano più facilmente odio e guerre, piuttosto che produrre un faticoso impegno per rimuoverne le cause;
– c’è anche molta povertà educativa alla base, che lascia spazio al linguaggio d’odio contro il prossimo, soprattutto se in condizioni di maggiore fragilità.
L’odio diventa pertanto un modo di pensare e di agire anche di una certa politica e di una certa informazione.
Cosa fare? Come contrastare con intelligenza l’odio?
1) Innanzitutto dobbiamo “disarmare il linguaggio di odio” in ognuno di noi. Criticare e dissentire è indispensabile per il giusto vivere sociale e democratico, ma non è necessario ricorrere al linguaggio dell’odio per esprimerci e per comunicare valutazioni e pensieri.
2) È necessario inoltre “educare alla non violenza” e “praticare il fraternariato” per promuovere nuove relazioni di comunità dove è possibile stare bene insieme e dove il conflitto non debba usare l’odio per manifestarsi;
3) Indicare all’umanità le vere mete di “impegno positivo”, che ci porti così a concentrare le nostre migliori energie sulla lotta al cambiamento climatico, alle disuguaglianze, alle guerre, alle mafie, alle discriminazioni.
4) Regolare almeno su scala europea e autoregolare con misure più stringenti la rete in modo che si possa prevenire, bloccare e punire il ricorso all’odio senza intasare i tribunali di costosi e defatiganti procedimenti giudiziari.
Per chi volesse ampliare la conoscenza dei Report ecco i link per consultarli.