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C'è una via, chiamata Vangelo

Domenica delle Palme,

ingresso di Gesù a Gerusalemme – Anno C


Vangelo di Luca 22,14-23,56


domenica delle palme
C’è una Via, si chiama Vangelo: porta a Dio, alla vita buona, apre mente e cuore alla verità che rende liberi, rinnova l’umanità e la riveste di luce. E’ una via che da fastidio a chi vuole controllare le coscienze, perché crea cuore libero, mente pensante, coscienze capaci di decidere.

No, così non va bene! E’ necessario condurre l’Autore di questa Via per un’altra strada, ne va della salvezza di tutta la Casta: «E’ bene che uno muoia per la salvezza di tanti».

La soluzione è imboccare un’altra via, quella che porta al Calvario, al dolore, alla morte, pensavano scribi e farisei. “Docile come agnello che va al macello”, il Figlio di Dio si consegna a quella via: “Padre se puoi allontana da me questo calice, tuttavia sia fatta la tua e non la mia volontà”. Ed è il triplice tradimento: il Padre consegna suo Figlio, Giuda consegna Gesù e il Figlio consegna se stesso.

Strada che porta lontano, è quella del Calvario, perché la vita sconfigge la morte e tutto si riveste di luce nuova, di risurrezione: bastano pochi giorni, “il terzo”, ci dice il Vangelo, e Scribi e Farisei si vedono sfuggire di mano il loro potere. Ora c’è il Risorto, una forza inarrestabile e incontenibile; e da quel momento nulla sarà più come prima.

«Felice colpa che meritò un così grande salvatore» (Preconio pasquale), canteremo tutti la notte di Pasqua. Sì, felice colpa, perché Cristo ha ricongiunto l’umanità a Dio, perché il lungo patire e morire per amore del Figlio amato dal Padre ha squarciato i cieli e ci ha riconsegnato la vita. Mistero grande e inesauribile è questo, qualcosa che non riesco a capire, ma mi spinge a credere, a viverlo, a immergermi per un bagno d’amore. Ed è come se dentro di me una voce continuasse a ripetermi: Lasciati amare, non c’è nulla da capire, c’è solo da amare e volare in alto con la tua vita immersa nella Mia.

Il Cristo risorto è la vera rivoluzione, l’eterna primavera della vita umana. La stessa primavera che avevamo smarrito, il Dio che avevamo dimenticato, l’amore e la pace che avevamo perduti: Ecco tutto questo il Cristo risorto ci ha fatto conoscere. Mandato dal Padre perché Dio non resta mai a guardare le sofferenze del suo popolo: “Osserva, ascolta, scende, libera” (Cfr. Es 3,7-8), si lascia coinvolgere, ecco perché Gesù è venuto. Ha scelto la croce per condividere anche il mio dolore, per renderlo più sopportabile, perché il peso non sia gravato solo su di me. Ed è nella croce che capisco, quanto è grande l’amore di Dio, perché le braccia spalancate sul legno del Figlio sono sempre messaggere di autentico amore.