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Ascensione del Signore

Ascensione del Signore – Anno A

Vangelo: Mt 28,16-20

  16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»”.

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 C’è un Dio che oggi ascende al cielo. E’ lo stesso che dal cielo è disceso, che si è fatto uno di noi, che ha preso le nostre sembianze affinché capissimo che veniamo dall’amore del Padre e che siamo fatti per la vita, quella buona e piena, quella vera ed eterna. Il Dio che oggi sale al cielo è lo stesso che abbiamo visto salire sulla croce, per amore: affinché noi imparassimo ad amare; è lo stesso che ci ha insegnato a servire e a soccorrere gli altri. E’ lo stesso Dio che ci ha chiamato amici e ci ha mostrato che l’amore vince tutto.

Gesù sale al cielo. Attorno a sé solo poche persone, i suoi discepoli. Al vederlo questi si prostrano, ma il loro cuore è pieno di dubbi: come faranno da soli? Che ne sarà di loro? Non hanno capito nulla nei tre anni vissuti insieme e non capiscono nulla ora. Hanno avuto paura al momento del Suo arresto, sono confusi ora. Dopo la sua morte erano delusi, ora sono titubanti.

 Nel momento del distacco i discepoli ancora non capiscono, però percepiscono tutto l’amore che intercorre tra il Maestro e loro. Nel loro cuore c’è il dubbio, ma non la delusione. Il dubbio è legittimo perché non conoscono il dopo, non sanno che ne sarà di loro senza la presenza del Maestro: che faranno? Dove andranno? Nessuno da loro delle garanzie: si devono solo fidare.

E’ a loro, sparuto numero di discepoli dubbiosi, che Gesù, poco prima di lasciare questo mondo, si rivolge con progetti importanti; è a loro che consegna il mandato di annunziare il Vangelo, di andare e portare a tutti il Suo amore, di essere costruttori di pace e portatori di misericordia, di essere assetati di giustizia e rivestiti di mitezza. E se è necessario di accettare anche persecuzioni, perché “se hanno odiato me odieranno anche voi” (Gv 15,20).

 Quanta fiducia ha Dio nell’uomo! Nonostante le tante delusioni, i tradimenti e poi i dubbi, le paure e le meschinità, Dio si fida di noi: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19). E’ a noi e alla nostra fragilità che Gesù affida l’umanità intera e la parola buona del Vangelo. Dio crede che ogni discepolo possa essere lievito che fermenta e sale che da sapore; ogni persona che vive sulla terra, se lo vuole, può contribuire alla costruzione del Regno dei cieli.

 «Andate e insegnate loro» (Mt 28,20).

Il Dio che oggi ascende al cielo, più che a guardare in alto, mi spinge a gettare lo sguardo sul mondo sempre più avvinghiato alle tante forme di violenza, sull’uomo malato di solitudine perché incapace di amare e forse anche sulla Chiesa, troppo spesso incapace di misericordia e tentata di guardare più a se stessa anziché alzare lo sguardo sull’uomo e al dramma della sua esistenza.

Don Gino Giuffrè