Skip to content Skip to footer

La rete come “sistema” del Territorio

contratto-di-rete-Per comprendere la rete come sistema costantemente in relazione con ciò che sta fuori da sé, diventa importante esplorare alcune dimensioni che caratterizzano i contesti territoriali nei quali le reti si alimentano e agiscono.

Definiamo il territorio uno spazio umanizzato che assolve a tre funzioni sociali:

  • offrire un sistema di relazioni particolari;
  • permettere alle persone di riconoscersi in una storia, in una memoria, in una tradizione e in progetti di futuro;
  • generare appartenenza e favorire la creazione di un sentimento identitario.

Sappiamo bene come i luoghi che tradizionalmente hanno assunto questa funzione (il paese, il quartiere di una città, ma anche microluoghi come una scuola, una chiesa, un oratorio) abbiano modificato, nelle vite delle persone e dei gruppi, il loro valore e significato.

 ALCUNI BUONI MOTIVI PER LAVORARE IN RETE

“Perché lavorare in rete?” Cioè per quali motivi ha senso utilizzare energie e risorse per condividere con altri questo faticoso processo? Proviamo a esplorare alcune riflessioni che ci paiono anche delle buone motivazioni a sostegno del lavoro in rete.

Da un lato, sempre più bandi progettuali chiedono o impongono la messa in rete con altri soggetti o da un insieme di organizzazioni riunite attraverso modalità più o meno formali.

Altro motivo, ogni organizzazione è parte di un sistema e vi appartiene nel senso che, lo si voglia o no, è dentro a un sistema di relazioni e vincoli che ne determinano le possibilità e le opportunità. Possiamo scegliere se collaborare o meno, se scambiare informazioni ed  interagire in modo formalizzato, ma il sistema di relazioni e di vincoli definisce di fatto, la possibilità o meno di collaborare, di avere, ricevere e usufruire di certe informazioni, di scambiare risorse, di poter o meno costruire partnership o collaborazioni.Non ultimo, attivare delle collaborazioni e delle interazioni con altri soggetti e altre organizzazioni può essere una strada importante per confrontarsi con letture, conoscenze e competenze differenti, fondamentali per riuscire a conoscere e comprendere in modo quanto più articolato e denso, le persone e i problemi di cui sono portatrici.

Stare in rete diventa quindi una opportunità importante per accrescere e sviluppare una conoscenza quanto più ampia, aggiornata, complessa dei problemi e dei territori nei quali si interviene e per poter quindi progettare strategie di lavoro e di intervento efficaci non solo nella risposta ai bisogni più specifici, ma efficaci anche nell’agire sulla rimozione di alcune delle cause e dei fattori che generano questi bisogni. I problemi oggi sono sempre più complessi e chiedono strategie e approcci complessi, che sappiano integrare competenze differenti.

Nessuna associazione, nessun servizio è in grado, da solo, di intervenire in modo efficace nel miglioramento della qualità di vita delle persone.

Orientarsi nella rete significa allora, provare a mettere in rete risorse e competenze diverse, che pur nella loro differenza, sappiano costruire delle risposte e delle strategie tra loro complementari. Il lavoro progettuale, dunque, è il prodotto di un processo comunicativo complesso che deve raccogliere il più ampio consenso e la più elevata partecipazione dei volontari e degli enti/realtà del territorio anche se con responsabilità, ruoli e funzioni differenti.

La rete, oltre ad essere rete di conoscenza, di relazioni, di scambio di risorse, competenze e sguardi, si connota sempre più spesso come soggetto che si attiva per progettare e sostenere azioni di cambiamento. La progettazione partecipata è quella forma di progettazione che meglio valorizza le potenzialità, le risorse e le competenze di una rete in prospettiva strategica e generativa.

La rete assume una funzione progettuale specifica nel momento in cui si orienta a trasformare idee, aspirazioni, bisogni in intereventi specifici, in azioni pensate per generare cambiamenti e risposte ai problemi e ai disagi intorno ai quali si era costituita.

Ma chi sono concretamente gli altri con cui lavorare, con cui tentare di trasformare idee, aspirazioni, bisogni in interventi specifici e risposte? Potremmo dire, tutti i soggetti organizzati, formalmente e non, presenti nella rete; interlocutori sono le altre organizzazioni, il mondo del volontariato, i servizi pubblici, le pubbliche amministrazioni, i diversi soggetti del terzo settore, le aziende. E, non ultimo, i fruitori, i destinatari del progetto.

 Fonte: Programmi di Volontariato al Sud. Riflessioni e spunti sul lavoro di rete 2015