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Convegno: Cittadini e credenti nell’Europa che verrà

Convegno promosso da Ac, Fuci, Meic e Mieac

«Cittadini e credenti nell’Europa che verrà»

Venerdì 8 marzo 2024 – Aula Giubileo – LUMSA – Roma,
via Porta Castello 44

Programma
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I video

Cittadini e credenti nell’Europa che verrà – Sessione del mattino

Cittadini e credenti nell’Europa che verrà – Sessione pomeridiana
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Il resoconto tratto dal sito dell’ACI
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Se pensiamo all’Europa, il fatto probabilmente più significativo di questa fase storica è rappresentato dalla coscienza che l’Unione si trova ad attraversare un passaggio molto delicato, se non propriamente critico. Guardando alle prossime elezioni (6-9 giugno 2024), sorge la domanda: ci sarà ancora un’Unione europea per come è stata sognata, pensata e costruita dai suoi padri fondatori?

I populismi sembrano essere ancora la minaccia più grande alla sua integrità e permanenza. Alimentati, a loro volta, da una lunga stagione di difficoltà economiche che colpisce il vecchio continente e i suoi cittadini e dalle conseguenze della guerra in Ucraina. Di fatto, tra i cittadini europei si acuisce la sensazione di smarrimento, che semina inquietudine e insicurezza, che spinge all’isolamento individualistico e a una mancanza di senso, e che produce una disaffezione e un disamore per l’Unione che va oltre i confini elettorali delle stesse forze populiste.

Tutto ciò non fa bene alla salute dell’Unione. Le stesse prospettive di sviluppo tecnologico aperte dal rapido evolversi dell’Intelligenza artificiale (AI) appaiono, ai più semplici ma anche ai più indifesi dei cittadini europei, foriere di sventure più che di opportunità.

Innanzi a questo quadro a tinte fosche, ma, ahinoi, tristemente vicino alla realtà di un continente sempre più vecchio e sempre più marginale nello scacchiere mondiale, le religioni tutte e le confessioni cristiane possono rappresentare una risorsa unica per rilanciare la condivisione del progetto europeo.

Senza in nulla sminuire la missione propria di ciascuna e l’autonomia della loro distinta organizzazione e azione, nonché delle loro reciproche relazioni, esse di fatto costituiscono un fattore determinante di coesione sociale perché sono convinte della bontà e della necessità del progetto di una Unione tra i popoli e le nazioni europei, a cominciare da quelli nel cui seno sono nate l’idea e le figure che hanno dato la prima origine a quella che all’inizio era denominata Comunità economica europea.

Di questo e di altro ancora si è discusso al convegno pubblico Cittadini e credenti nell’Europa che verrà, promosso dall’Azione cattolica italiana, dalla Federazione degli universitari cattolici italiani (Fuci), dal Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic), dal Movimento di impegno educativo di Ac (Mieac), svoltosi venerdì 8 marzo 2024, a Roma presso l’Aula Giubileo dell’Università LUMSA, in via di Porta Castello 44. Questo il programma dei lavori, diviso in due sessioni: “Per un’Europa dei cittadini” (dalle ore 10.30 alle 13.00), “In Europa da credenti” (dalle ore 14.30 alle ore 18.00).

Al convegno hanno partecipato: i presidenti Giuseppe Notarstefano (Ac) Carmen Di Donato (Fuci), Luigi D’Andrea (Meic), Giovanni Battista Milazzo (Mieac). Francesco Bonini, rettore della LUMSA, Mauro Magatti, docente di Sociologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Michele Nicoletti, docente di Filosofia politica all’Università degli Studi di Trento, Elena Grech, vicedirettrice della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, presidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea (Comece), Sihem Djebbi, docente di Scienze politiche all’Università Sorbona di Parigi, Giuseppina De Simone, docente di Filosofia della religione alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale Sez. San Luigi. I lavori del convegno saranno coordinati da Marco Iasevoli, giornalista di Avvenire. Le conclusioni sono state affidate a Romano Prodi, presidente della Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli.