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Promuovere il volontariato

GO! Volunteers

Raccontare il volontariato attraverso lo Storytelling

go volunteersQuasi due giovani su tre (67.8%) non hanno mai fatto volontariato e solo il 6.6% lo fa in modo continuativo. Di mezzo vi è un 7% di giovani che il volontariato lo fa, ma con un impegno saltuario. Poco o tanto che sia, chi fa volontariato preferisce farlo da solo. Oltre l’86% dichiara di non appartenere ad alcuna Associazione. Sono i dati “scoraggianti” raccolti dal Rapporto Giovani promosso dall’Istituto Toniolo con Fondazione Cariplo e Università Cattolica.

Alla luce di tale analisi oggettiva, emerge l’idea che occorre quindi promuovere la partecipazione dei giovani a iniziative di cittadinanza attiva in modo da contribuire al loro avvicinamento e coinvolgimento al mondo del volontariato.

Il filo conduttore del progetto realizzato dall’Associazione il Colore degli Anni di Trani in collaborazione con alcuni professionisti del territorio è stato quindi la promozione del volontariato come cultura sociale fondata sui valori dell’equità, dell’inclusione sociale e della solidarietà. L’ssunto di base da cui si è partiti corrisponde all’idea che è necessario credere nell’importanza della sperimentazione, dell’innovazione e della formazione come forma di promozione umana e sociale. La promozione del volontariato non deve più puntare alla mera ricerca di personale ma deve mirare alla costruzione di cittadini che comprendano e condividano il senso di questa attività, in modo tale da trasformarla in habitus civico.

Il principale obiettivo su cui verte l’dea progettuale corrisponde alla promozione del volontariato attraverso la tecnica dello Storytelling.  Essa si fonda sulla consapevolezza che le storie hanno il potere di costruire la realtà e consiste nella costruzione e diffusione di narrazioni intenzionalmente mirate e sapientemente elaborate. Attraverso il racconto di storie possiamo comunicare meglio l’esperienza del volontariato (attraverso l’esperienza stessa del volontario e attraverso le storie di volontariato), coinvolgere le persone, trasmettere le emozioni, far riflettere, renderci visibili e farci ricordare.

L’autobiografia oltre ad essere un genere letterario, una tecnica di scrittura in cui si scrive in prima persona, e’ stata utilizzata nell’ambito della formazione, come elemento fondante della “pedagogia della memoria”,  come mezzo e metodo per la valorizzazione di se stessi, per lo sviluppo delle capacità di dedicare il proprio tempo agli altri, per la creazione di una sensibilità volta a leggere le testimonianze degli altri e ad ascoltarle per poi riscriverne la storia.  

La scelta di utilizzare l’Autobiografia con alunni delle due classi III dell’istituto ha prodotto una sottolineatura ed un approfondimento rispetto ad argomenti significativi legati alla loro esperienza di vita come l’autostima, attraverso l’autoriconoscimento delle proprie capacità e la valorizzazione delle storie di vita nella condivisione interpersonale, la motivazione ad apprendere, mediante attività educative presentate in forma ludica e piacevole e mirate a potenziare le competenze metacognitive e il desiderio di imparare, l’orientamento al volontariato tramite pratiche autonarrative e ricognitive volte a far acquisire maggiore autoconsapevolezza, ad accrescere la conoscenza di sé e la costruzione della propria identità. 

Il progetto è stato strutturato in 6 incontri svoltisi presso l’Istituto Tecnico Commerciale, coinvolgendo alcune classi terze dell’Istituto.

Durante gli incontri partendo dalla narrazione i ragazzi si sono raccontati, per poi incontrare le varie realtà del territorio che si occupano di Volontariato.

Il progetto si è concluso con un happening del volontariato durante un’assemblea di Istituto, in cui volontari, studenti sono stati protagonisti di uno spazio fisico e di pensiero di incontro/confronto con le istituzioni locali e altre associazioni. E’ stata allestito uno spazio in cui sono stati presentati gli elaborati prodotti dai giovani partecipanti al progetto.

 

(Giuseppe Palmieri)