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Prendi il largo

Prendi il largo

V domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

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Ci sono dei momenti nella vita di ciascuno così decisivi per il proprio futuro che la confusione in testa è tanta, perché sai che dalla tua risposta dipenderà il senso della tua vita. Così fu anche per Simone: un uomo ancora sconosciuto di Nazareth, gli chiede di poter salire sulla sua barca, ( già questa richiesta è molto compromettente) per potere annunciare la buona notizia. Simone accetta il rischio, non sa ancora che diventerà «pescatori di uomini».

A volte mi chiedo quale possa essere stata la reazione di Simone, esperto pescatore, nel sentire un giovane falegname dirgli «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Avrà spalancato gli occhi come a dire: “non ti sei accorto che siamo ritornati con le reti vuote dopo aver faticato tutta la notte? Ti rendi conto di quello che mi stai proponendo?”. «Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla» ed è la notte il momento più adatto per gettare le reti,  non il giorno!

«Ma sulla tua parola getterò le reti». Qui c’è lo  snodo: occorre fidarsi! Tante volte ci è stato detto che aver fede vuol dire “accontentarsi”, perché non tutto si può conoscere e sapere. Mentre invece qui il brano ci suggerisce che credere vuol dire ” fidarsi” del Maestro. Certo c’è il rischio, ma occorre farlo.

E Gesù invita Simone a rifare quel gesto nuovamente, stavolta – però – deve andare in profondità, deve andare verso il fondo, sì del mare, ma soprattutto del cuore e dell’intelligenza. Come se Gesù gli chiedesse: ti fidi di me? Sei pronto a scommettere sulla mia Parola? «E presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano». Ed avviene l’insperato, l’imprevedibile. Ma il miracolo non sono i pesci, piuttosto la consapevolezza di Simone della sua insufficienza, del suo essere inadeguato per la proposta che Gesù gli fa. «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore».

È l’umiltà che  dà la forza di lasciare tutto per seguire Gesù.  Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi». Prima era in un modo, ora sarà tutto diverso. Quattro pescatori che si lanciano in una inedita avventura, ma sanno “di non temere”.

Gesù è così, imprevedibile! Malgrado la sua grandezza divina affida a ciascuno di noi l’annuncio della buona notizia, pur conoscendo la nostra debolezza. La reazione di Isaia della I lettura odierna, «un uomo dalle labbra impure io sono»; è la reazione di Simone «allontanati da me che sono un peccatore». Ma Gesù si fida di noi, fragili e impuri, per continuare ad annunciare – dovunque ci troviamo – il vangelo della salvezza.

È interessante notare il vocabolo usato da Luca per indicare la missione che Gesù affida a Simone: «sarai pescatore », termine che vuol dire catturare, ovvero «prendere vivo e mantenere in vita». Simone e tutti noi impegnati a gettare le reti affinché tutti abbiano la Vita, mandati per «salvare ciò che era perduto» ( Lc 19,10)

Don Francesco Machì