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La scelta fondamentale

La scelta fondamentale

«VENDE TUTTI I SUOI AVERI E COMPRA QUEL CAMPO»
(1Re 3,5.7-12; Sal 118; Rm 8,28-30; Mt 13,44-52)

           Gesù ci invita a diventare come “uno scriba, divenuto discepolo del Regno dei cieli”, il quale è ben edotto nelle cose di Dio. Egli sa che Dio ha parlato in diversissimi modi e in vari tempi e non preclude che Egli possa ancora tornare ad illuminare e guidare il suo popolo, in modo che cresca nella conoscenza di Lui e del suo mistero di salvezza, che culmina nella venuta in mezzo a noi del suo Figlio Unigenito. Questi è la sua Parola viva e vera, che ci conduce alla conoscenza del Padre e del suo Regno. Lo scriba intelligente sa mettere assieme cose antiche e cose nuove e tiene il suo cuore sempre aperto e pronto per accogliere la voce di Dio. Al contrario degli scribi e dei farisei che sono abitualmente sospettosi di fronte alla novità che viene portata da Gesù con il suo insegnamento su Dio e sul mistero del suo Regno in mezzo agli uomini, perché hanno un cuore indurito e rifiutano di essere ammaestrati da Dio che parla in Gesù. Questo atteggiamento di apertura e docilità di fronte a Dio è il segreto della vera sapienza, che vale molto più dell’oro e dell’argento e di ogni altra cosa che può attirare e soggiogare il desiderio dell’uomo.

Al giovane re Salomone Dio propone di scegliere tra diversi doni che Egli è disposto a concedergli. Salomone, si rivolge a Dio con cuore semplice e gli chiede il dono della sapienza, per poter governare bene il popolo, che Dio gli ha affidato. La sua richiesta piacque a Dio che elogiò il giovane re per non essersi lasciato incantare dalla possibilità di lunga vita, o dalla ricchezza o dal trionfo sopra tutti i suoi nemici, ma per avere chiesto al contrario la sapienza, senza la quale tutte quelle altre cose, per quanto desiderabili, avrebbero potuto trasformarsi in un pericolo molto insidioso e mortale per la vita del re, non sapendo ben usare questi doni. Al contrario, con la sapienza ogni altro dono viene valorizzato ed orientato verso il bene comune e diventa un motivo di ricchezza, forza, pace e longevità per tutti. Così il Signore concede al re Salomone il discernimento, la preziosissima capacità di saper distinguere il bene dal male, quello che giova da quello che invece può condurre alla rovina, ed orientare le proprie scelte secondo il volere di Dio, che è sempre a nostro favore. Così a Salomone fu dato un cuore saggio ed intelligente.

Il tema della scelta fondamentale che ogni uomo prima o poi è chiamato a compiere nella sua vita è il tema che sta sotteso alle tre parabole, brevissime, ma intensissime, che ci vengono proposte in questa domenica: la parabola del tesoro nascosto, quella della perla preziosa ed infine quella rete che viene gettata per la pesca. Le prime due parabole, pur nella loro diversità, sono molto simili tra di loro e ci presentano un contadino ed un mercante che si vengono a trovare di fronte ad una bellissima ed inattesa sorpresa. Il contadino, coltivando un campo che non è suo, mentre si trova a zappare il campo s’imbatte in un tesoro di grande valore. A questo punto si fa bene i conti e comincia a trattare con il padrone per comprare il campo, in modo da venire in possesso di quel tesoro nascosto. Egli è pronto a vendere tutto quello che ha, pur di avere quel campo. E lo fa senza pentimenti. In maniera simile, il mercante, che per proprio mestiere compra e vende di tutto, per poterci guadagnare da vivere, un giorno trova una pietra preziosa di valore inestimabile. Solo che non ha la liquidità necessaria per poterla acquistare. A questo punto ecco che il mercante vende tutto quello che possiede, per avere la perla di inestimabile bellezza e valore.

In queste due parabole il Regno di Dio viene presentato come il tesoro più importante che un uomo possa trovare, per cui vale la pena rischiare tutto, pur di poterlo avere. Nelle due parabole, Gesù sottolinea espressamente che sia il contadino sia il mercante hanno venduto tutto quello che avevano per entrare in possesso, il primo del campo e del tesoro in esso nascosto, il secondo della perla preziosa di inestimabile valore. L’altra sottolineatura molto interessante è l’atteggiamento dei due interessati, cioè la grande gioia che la scoperta del bene più grande mai immaginato provoca in ciascuno di essi. Il Regno di Dio è quindi qualcosa che dà gioia, che arricchisce in maniera inspiegabile la vita della persona che lo trova, tanto che gli da l’audacia di vendere tutto, perché quello che ha trovato riempie il suo cuore e la sua intera vita al di sopra di ogni cosa. E valgono la pena le fatiche, il sudore, il mettere via tutto quello che rappresenta la propria sicurezza, perché il Regno dei cieli vale molto di più di qualsiasi altra cosa che possa affascinare il cuore dell’uomo. Esso è quel cento per uno che Gesù promette, seppure accompagnato dalle persecuzioni. Ma da questa scelta fondamentale e radicale dipende la riuscita piena e la felicità dell’uomo, di ogni uomo.

Il Regno dei cieli allora è qualcosa che devi conquistare, e per il quale ogni fatica è ben accettata, come pure qualcosa che ti accade, che ti viene dato come un dono ed un regalo inatteso. Questi differenti aspetti servono a mettere in luce la necessaria sinergia che ci deve essere tra Dio e l’uomo per realizzare pienamente la venuta di questo Regno, la cui attuazione, rimane nascosta ed invisibile. La terza parabola della rete che viene gettata in mare in attesa che si riempia di pesci ci parla del regno di Dio che viene offerto come opportunità ad ogni uomo senza distinzione alcuna. Come il pescatore non tira su la rete per esaminare di volta in volta che tipo di pesce ha pescato, ma fa la cernita solo quando la rete viene tirata a riva, così Dio non dona la gioia del suo incontro e della comunione con Lui solo ai buoni e ai santi, ma la offre a tutti gli uomini, che la vogliono accogliere in cuore retto e sincero. Solo alla fine Dio verrà a giudicare l’uomo. Il tempo della sua esistenza su questa terra è sempre tempo di grazia e di conversione, in modo che nessuno possa sentirsi escluso in partenza dal Regno dei cieli, ma solo chi si esclude da se stesso, con il suo personale rifiuto di accogliere l’amore di Dio con tutte le sue esigenze.

Giuseppe Licciardi (P. Pino)